martedì 10 luglio 2012

"Aspettare che gli altri facciano il loro dovere è il miglior alibi per non fare il nostro" (Roberto Gervaso)

Inizio il mio Blog con un messaggio insolitamente e apparentemente meno positivo di quelli che mi caratterizzano. Parto in controtendenza con me stesso tirando fuori dal più intimo dei miei pensieri una delle verità più vere, per me, di cui credo abbiamo bisogno in questo momento. Renderci conto di dove siamo, delle responsabilità che abbiamo e di cosa dobbiamo fare da adesso, da ieri: Smetterla di lamentarci e muovere il culo.

Utilizzo il "noi maiestatis" perché non voglio sembrare troppo cattivo in quello che dirò ed anche perché gli stessi errori li ho commessi anch'io fino a qualche anno fa, perciò non mi escludo dal mucchio...ma ho tirato fuori la testa dallo stesso mucchio e me ne sto andando per la mia strada.

Da mesi ormai sento parlare di crisi, la vivo, ne respiro l'aria carente di ossigeno, guardo la frenesia cedere il passo ad una corsa più cauta, più presente e forse più consapevole....molti sono ritornati a camminare, altri si sono seduti. Un po come quando avviene un lutto e le persone attraversano le varie fasi: Il rifiuto, la rabbia, la contrattazione, la depressione e l'accettazione....

Ebbene la natura fa il suo corso, il tempo non si ferma e non si recupera, rimanere troppo tempo nelle prime fasi è rischioso perché è tempo perso che non porta a niente.

Invece di lamentarsi per la serie "La crisi, l'italia, i politici, la benzina, le lobby, gli evasori, gli scontrini, gli imprenditori, i qualunquismi etc. etc. " occorre prendere in mano la propria vita e reinventarsi, scalpitare per trovare in tempi record una nuova dimensione che ci riporti ad una nuova forma di serenità emotiva ed economica.
Facile a dirsi? Si, e se ce la mettiamo tutta anche da farsi, solo che ci vuole tanta umiltà e bisogna ritirare fuori quello spirito di sacrificio che crediamo di avere sempre in tasca e di padroneggiare meglio di altri...ed invece è morto e sepolto chissà da quanto tempo nei ricordi dei nostri primi anni di lavoro, quegli anni in cui ci alzavamo la mattina facendo un balzo meglio di una tigre e ci fiondavamo al lavoro sapendo che tutto quello che stavamo facendo aveva uno scopo ben preciso: l'affitto di un appartamento che ci avrebbe resi indipendenti, la macchina nuova, la possibilità di pagarsi nuovi studi, dei viaggi, una famiglia...quello che forse abbiamo raggiunto e che ora diamo per scontato, o che forse non abbiamo raggiunto adagiandoci in una situazione che tutto sommato ci faceva comodo...e adesso non c'è più. "Quanto l'hanno pagata per rinunciare ai suoi sogni?" ...ricordo questa domanda nel film di George Clooney "Tra le nuvole" ...un film da vedere.

Se ci troviamo in una situazione come questa facciamo un "mea culpa", cerchiamo di capire dove abbiamo sbagliato, impariamo da questi errori e realizziamo qualcosa di migliore. Per quanto ci sforziamo di dare la colpa a destra e a manca per tutto quello che ci è successo, per dove ci troviamo in questo momento, per la situazione in cui siamo...mi spiace deludervi, la responsabilità è almeno al 50% nostra ( e in quel 50% sono molto buono ) ...io mi attribuisco normalmente il 100%...qualche amico dice che sbaglio, io preferisco pensare che la mia Vita, questa unica Vita che mi è stata data, troppo breve e troppo preziosa, sia nelle mie mani. Dare la colpa agli altri o agli eventi è come dire che siamo in balia di quello che questi "altri" e questi "eventi" decidono di fare. Mi spiace, io non lo accetto.

Le cose, per me, si suddividono in 2 semplici categorie: "Quelle che ho fatto" e "Quelle che non ho fatto". punto. Tutto il resto sono scuse con cui ci si consola nell'autocommiserazione per sentirsi un pò meno in colpa e giustificarsi, ma la realtà è che così facendo non cambieremo niente. Un tedesco di nome Alberto Una Pietra diceva "La follia consiste nel fare le cose sempre allo stesso modo sperando che i risultati possano cambiare"

Allora muoviamoci! Iniziamo a fare ciò che non abbiamo fatto fino ad ora, iniziamo a pensarla diversamente, approfittiamo di questa grande opportunità che è la crisi per cambiare i nostri interessi, il nostro mondo, il nostro prossimo futuro! Prendiamola anche come una scusa per ritornare a sognare, per ritirare fuori quella speranza di riuscire a realizzare quel sogno che è rimasto nel cassetto. Tanto, cos'abbiamo da perdere?

Io mi sono messo in moto da un pò, ho realizzato cose bellissime e ottenuto i migliori insuccessi. Non importa, il meglio deve ancora arrivare!

Ad Maiora!

Rik